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2-1-1961

INSERISCITI NELLA CREAZIONE DELLA TUA ANIMA

Lì, nel seno dell’Amore, dove la Trinità silenziosa si è, spersa e inabissata nella profondità verginea del suo semplicissimo essere, si percepisce il rumorio rumoroso di carità trinitaria in unità semplicissima d’amore divino.

Sprofondata e spersa in quell’essersi dell’Essere, addentrandomi nella profondità profonda, profonda…!, della sua sapienza eterna, sorprendo quell’istante sublime, istante di vita, di fecondità, di pienezza, nel quale, senza essere istante, né secondo, né momento, in quell’atto semplicissimo che si chiama «Eternità», Dio si sta essendo in se stesso, per se stesso e da se stesso l’Atto di essere fecondo in tre Persone.

E in questo stesso Atto coeterno, Colui che si È, per una compiacenza infinita e amorosa, prorompendo in volontà creatrice, vuole, in un volere che è operare, creare; volere che, in questo stesso istante o atto di essere, opera la creazione.

La creazione, per la nostra mente abituata al tempo, si sviluppa a poco a poco; ma, nel presente eterno della Divina Sapienza, è un volere istantaneo in volontà creatrice che esegue il Creatore.

O mistero dell’Eternità…! Mistero incomunicabile e incomprensibile per la nostra mente umana finché saremo nel tempo, e che in Dio si è, come tutti i misteri, la Semplicità e la Schiettezza per essenza…

Eternità, Eternità feconda…! nella quale, nello stesso atto istantaneo ed eterno in cui Dio si è, crea.

Per Dio non c’è né prima né dopo. Nel suo Sguardo fecondo, ardente nelle impetuose fiamme dello Spirito Santo, per mezzo del Verbo e nel Verbo, fa tutte le cose.

E come suprema creazione che esce, senza uscire, dalle mani dell’Artefice divino, l’anima meravigliosa dello stesso Verbo della Vita!, nella quale è plasmata e ricapitolata tutta la creazione, in modo tale che ognuna delle creature animate e inanimate sono un riflesso terminato dell’anima del Verbo Incarnato, giacché essa è l’immagine più perfetta dello stesso Creatore.

Dopo l’anima di Gesù, l’anima di Maria, creazione unica fatta dall’Onnipotenza divina per essere Madre; così Madre, che è la Madre dello stesso Dio e, come corona della sua Maternità divina, Madre di tutte le anime.

Dio è così infinito, così perfetto, così fecondo e così eterno, che tutto ciò che esce dalle sue mani, animato o inanimato, è come una sola e unica creazione, sia la creazione suprema e massima dell’anima di Cristo, sia il papavero più semplice delle valli silenziose; giacché, per il fatto che Dio si è la Perfezione unica, quando crea lo fa nella sua Unità Trina, effondendosi in ogni creatura con tutto il suo essere infinito, in creazione amorosa.Per questo ciascuna delle creaturine e tutta la creazione stanno esprimendo, dicendo e gridando nella loro specie, l’eterno e inaccessibile essere di Dio; benché tra le creature animate e le inanimate ci sia una differenza immensa; e in un grado incomprensibilmente superiore, l’anima di Cristo.

O Amore…! Sprofondata nel sacro mistero dell’Eterna Sapienza, penetrando nella creazione di ogni creatura razionale, vedo come non è che Dio abbia creato, come in blocco, migliaia di Angeli, Arcangeli, Serafini, Cherubini e uomini, ma che il Creatore, Capacità infinita e feconda, come Padre amoroso, crea migliaia di Angeli; e nello stesso istante in cui crea quegli Angeli, siccome in Lui non c’è tempo, fa ciascuno di loro come una nuova e unica creazione, depositando in ognuno l’immagine del suo essere amoroso che scoppia in Trinità Una riflettendosi come Creatore.

Scendendo all’uomo, vediamo l’Artefice divino creare l’anima di ciascuno come se fosse l’unica, ed effondersi su di essa in sovrabbondanza del suo essere amoroso.

Nella luce di Dio e nella verità dell’Eterna Sapienza, vedremo come ogni essere razionale, ogni anima, è una creazione a parte da tutte le altre; e che Dio, nel crearle, si effuse in ciascuna come su di un’unica creazione, potendo dire come nel Cantico dei Cantici: «Sei la mia unica, mia colomba, mia diletta tra migliaia» , poiché nel crearti Io, Vasaio divino, non ti ho messo, come i vasai umani, in uno stampo affinché ne uscissero molte uguali, no; ti ho concepito nel mio Sguardo divino che erompe in creazione, prendendo come modello il mio Verbo, nel quale è detta tutta la verità e la vita divina e umana, e l’ho fatto nell’amore dello Spirito Santo.

Nel creare te, chiunque tu sia, le tre divine Persone, congiuntamente, si effusero, compiacendosi in uno sguardo di creazione, per crearti «a loro immagine e somiglianza»

Per questo ogni anima ha la sua fisionomia speciale, la sua bellezza particolare e il suo nome unico che Dio le mise il giorno in cui la creò, come si addiceva alla sua fisionomia nella creazione.

Ciascuna ha il proprio nome, e non ci sarà nel cielo nessun essere creato che si chiamerà come lei, poiché porterà quel nome che Dio, nella sua infinita sapienza amorosa, ha plasmato solo in lei quando l’ha creata; nome che è tutto il suo essere come espressione del Creatore, e che rifletterà quella sfumatura o fisionomia che la Divina Sapienza vi volle mettere per chiamarla eternamente.

Ogni anima è una creazione a parte dalle altre, che il Signore si è fatto per compiacenza e ricreazione delle tre divine Persone, potendo dire l’Amore in verità e in giustizia: «Vengo nel mio giardino, sorella mia, sposa, a prendere della mia mirra e del mio balsamo; a mangiare del miele vergine del favo, a bere del mio vino e del mio latte» .

Per questo non stiamo a guardare gli altri, volendo imitare questo o quel cammino, perché quello degli altri ci sembra migliore del nostro; infatti questo significa un disprezzo della creazione della nostra anima, che per Dio è la sua unica fra tutte. Conviene pertanto che ci inseriamo e ci adattiamo alla volontà creatrice di Dio nei confronti di ciascuno, che ci ha fatti in questa maniera e non in un’altra.

Anche se non lo capiamo per la molta nostra imperfezione, quello che Dio, nella sua infinita sapienza, ci ha dato è la cosa migliore per noi. Non stiamo a forgiarci illusioni, e non ci sembrino migliori i cammini attraverso i quali il Signore conduce le altre anime. Poiché l’Amore Infinito, quando ti ha creato, ha posto in te, secondo la fisionomia che Egli ti ha dato, il cammino, la forma, la misura che dovevi seguire; depositando nella tua anima i talenti e le capacità che a questa, come unica creazione del suo Amore, andavano bene per adempiere questo piano divino, e perché Egli ti potesse chiamare col tuo nome, l’unico con cui ti riconoscerà, giacché, con quel nome e in ordine ad esso, ti ha creato.

Nel Cielo ognuno di noi avrà il proprio nome, quello che Dio gli ha messo nel crearlo, il quale sarà più o meno completo, ricolmo e glorificante per lo stesso Dio, a seconda di come ci saremo inseriti nel piano divino della nostra creazione.

Non stiamo a guardare gli altri per compiacere più o meno Dio, volendo imitare i modi di essere degli uni e degli altri. Entriamo nel nostro intimo, lì, nel centro della nostra anima, dove il Padre, scoppiando in Parola di Fuoco, ci sta sillabando, per mezzo del suo Verbo, il modo in cui saremo più conformi a Lui e alla sua volontà creatrice.

A ognuno di noi, come unica creazione, la Divina Parola sta insegnando, come ai pargoletti, la maniera di inserirsi in quello stampo divino, con il quale la sua amorosa volontà vuole vederci identificati totalmente; stampo che si ruppe e si disinserì con il peccato originale e che ora noi, a forza di identificarci con la volontà creatrice della Sapienza Eterna, andremo poco a poco riformando fino a diventare così conformi a Lui, che il Creatore, l’Artefice divino, potrà tornare a vedere in noi quella creazione che, uscendo dal suo petto, Egli si fece per la sua ricreazione accidentale.

La santità consiste nell’inserirci nel piano amoroso che la Sapienza Eterna ha per ciascuno di noi. Poiché, che ne sarebbe del papavero se stesse sempre cercando di essere una rosa, sembrandogli, con il suo sguardo, non con quello di Dio, che la rosa fosse più bella di lui…? Ebbene, trascorrerebbe la vita inclinandosi verso la rosa, senza inserirsi in quel piano divino che, creandolo papavero, lo fece così semplice, così schietto, così ingenuo, riflettendo in questo modo la semplicità di Dio.AmapolasSia la rosa che il papavero sono espressione della perfezione divina, una manifestando di più alcuni attributi e l’altro manifestandone di più altri. Ma ciascuno, nell’inserirsi nel suo stampo e nel riflettere un attributo, riflette tutto l’Essere divino, giacché in ogni attributo sono tutti gli altri attributi o perfezioni, e, pertanto, la vita divina in Trinità di Persone.RosaIl papavero, disinserito dal piano divino, diventerebbe un papavero scontento, che, fuori dal suo stampo, sarebbe più triste, povero e languido degli altri.

Il nome di ogni anima solo Dio lo sa, e solo tramite quel nome la riconoscerà. E quelle anime che, non inserendosi nel piano divino, non si troveranno conformi al loro nome, a loro il Creatore dirà all’ora delle nozze: «In verità vi dico che non vi conosco» , poiché non mi vedo riflesso in voi secondo la mia volontà creatrice, che vi scelse e vi creò amorosamente perché foste nel mio seno un gelsomino di umiltà o un papavero di semplicità.

Fa’ attenzione, pertanto, a non smarrirti, abbagliata e «attratta dai cammini delle tue compagne» , e a non diventare per me il giglio o la rosa che detesto e non riconosco in te, poiché così nella mia creazione mancherebbero il gelsomino odoroso e il papavero nascosto che Io mi sono cercato per la mia ricreazione.

Anima creata da Dio, credi che per l’Amore di paternità infinita sia più una rosa di un papavero…? Non vedi che, in ciascuna di loro, si è effuso il Creatore, rendendola «la sua unica, la sua colomba, la sua eletta e la sua amata tra migliaia»…?

Solo inserendosi in questo piano divino, adempirà la sua missione, potendo essere chiamata ognuna per nome, come si addice alla sua creazione; giacché, nell’effondersi Dio su di esse, si plasmò in tutto il suo essere, e tutte e ciascuna, adempiendo il piano divino, sono un riflesso creato dell’Increato.

Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

Tratto dal libro: «LA CHIESA E IL SUO MISTERO»

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