IL MISTERO DI CRISTO
Tratto dal libro “FRUTTI DI PREGHIERA. Retagli da un diario.”
Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia
564. Sperimento con il mistero di Cristo quello che sperimento con il mistero dell’eternità, che quanto più la conosco, meno posso esprimerla per la semplicità perfettissima, sussistente e divina della sua realtà. (24-10-74)
565. Colui che vive dello Spirito Santo è portato a Maria, ed Ella gli mostra nel suo seno il segreto dell’Incarnazione, dove il Padre dice all’uomo la sua vita, per mezzo del suo Figlio, nella verginità materna della Signora. (22-12-74)
566. Quando Dio ha voluto dirmi il suo gaudio infinito, il Verbo si è fatto carne e, tramite Maria, me lo ha detto nella mia Chiesa santa con cuore di Padre ed amore di Spirito Santo. (25-9-63)
567. Com’è grande che Dio, che per la sua capacità infinita non può essere altro che Dio, si faccia uomo…! E com’è grande che l’uomo divenga Dio! Mistero incomprensibile di amore infinito! (7-3-67)
568. L’Incarnazione è l’idillio d’amore di Dio per l’uomo che fu scritto nel seno purissimo di Maria. (12-9-63)
569. Giorno dell’Incarnazione…! Giorno eminentemente sacerdotale, di ringraziamento e di annientamento, perché Dio ha fatto ciò che è inimmaginabile e incomprensibile per la mente umana per amore a se stesso e per amore agli uomini. Mistero di tenerezza indicibile e di splendore infinito, di semplicità rabbrividente e di maestà sovrana!, davanti al quale c’è soltanto da adorare tremando di amore e di rispetto. Giorno dell’Incarnazione: Dio è Uomo e l’Uomo è Dio! (4-4-75)
570. Il Verbo Incarnato abbraccia, nella realtà delle sue due nature, l’eternità e il tempo, la Divinità e l’umanità, la creatura ed il Creatore, in una unione tanto perfetta che, essendo Egli in sé il Cielo e la terra, non ha altra persona se non la divina. (15-10-74)
571. Cristo è così sommamente meraviglioso, da essere Egli stesso l’Unzione e l’Unto; l’Unzione in quanto Dio, e l’Unto in quanto uomo, tenendo tutto realizzato in sé dalla pienezza esuberante e trascendente dell’Incarnazione. (15-10-74)
572. Gesù è la perfezione consumata del Piano di Dio, annunciato ad Abramo, padre di tutte le nazioni, e proclamato dai santi Profeti dell’Antico Testamento, nella manifestazione dell’Amore infinito verso l’uomo e nella risposta dello stesso Amore infinito, fatto uomo, verso Dio. (15-10-74)
573. Nel mistero dell’Incarnazione sono ricapitolati tutti i misteri della vita di Cristo, perché racchiude in sé la donazione di Dio all’uomo e l’inserzione dell’uomo in Dio; essendo manifestata e consumata questa donazione mediante la vita, la morte e la risurrezione di Cristo, secondo la volontà del Padre, sotto l’impulso e l’amore dello Spirito Santo. (12-1-67)
574. L’Incarnazione è l’atto amoroso di Dio, pieno di compassione e di misericordia infinite, che si effonde sull’uomo nel seno della Vergine con volontà redentrice. (27-3-62)
575. Grazie, Signore, perché ti sei fatto Uomo e, per questo, sei capace di soffrire, di morire, di risuscitare e, perfino, di rimanere durante tutti i tempi nell’Eucaristia, prolungando tutto il mistero della donazione del tuo amore nella Chiesa per mezzo del sacerdozio. (4-4-75)
576. Poiché il sacerdozio è unione di Dio con l’uomo, Cristo, che è in se stesso questa Unione, contiene la pienezza del sacerdozio. (25-10-74)
577. Gesù è, per intrinseca proprietà, il Sommo ed Eterno Sacerdote, perché è in sé Dio e uomo, con la possibilità infinita che Dio si è e si ha, e con la massima possibilità che l’uomo è e può essere. (25-10-74)
578. Quando Dio vuole unire gli uomini a sé, si fa uomo e, così, Egli stesso è l’UNIONE dell’uomo con Dio, giacché in Cristo è il Padre con lo Spirito Santo, ed in Lui sono anche tutti gli uomini; i quali passano a vivere con la Famiglia Divina per mezzo del mistero pasquale, che ebbe il suo principio nel momento dell’Incarnazione; realizzandosi questo mistero nel seno di Maria, dove l’anima-Chiesa, per il suo inserimento in Cristo, resta penetrata di divinità. (19-9-66)
579. Silenzio…! ché si sta celebrando la prima Messa nel seno verginale di Maria mediante l’unione ipostatica dell’Uomo-Dio. (25-3-61)
580. È così eccellente la Santità infinita di Dio, che, all’essere oltraggiata, non c’era possibilità nella creatura di ripararla degnamente; e Dio stesso, nell’incarnarsi, si fa Risposta infinita di riparazione, che risarcisce e adora la propria santità. (16-10-74)
581. Che gioia che, anche se tutti noi uomini dicessimo a Dio di «no», Egli si è fatto il suo Uomo, e Questi fu tanto ricco che il suo «sì» ha superato infinitamente i «no» di tutta l’umanità! (19-1-67)
582. Nell’istante dell’Incarnazione, l’anima di Cristo, per la grandezza della propria perfezione, è stata capace di vivere, di contenere e di abbracciare nell’esperienza assaporabile o dolorosa del suo essere, tutto il suo atteggiamento sacerdotale di ricezione dell’Infinito e di risposta, in ridonazione, allo stesso Infinito; di ricettore della donazione di Dio per tutti gli uomini e di ricapitolatore di tutti questi in sé, essendo la risposta di tutto ciò che è creato davanti all’infinita Santità. (15-9-74)
583. La pienezza del sacerdozio dell’Uomo-Dio lo fa essere la Adorazione perfetta, la Risposta che, in immolazione sanguinante, soddisfa adeguatamente la santità di Dio offesa, e l’effusione dell’infinita misericordia; l’Unzione e l’Unto; la Divinità e l’Umanità; la Santità infinita e il Ricapitolatore dei peccati di tutti gli uomini. (25-10-74)
584. Il primo atteggiamento sacerdotale di Cristo si manifestò principalmente ricevendo Dio nell’Incarnazione; il secondo, rispondendogli nella sua vita privata; il terzo, donando a noi tutti la vita nella sua immolazione; e il quarto, nella sua risurrezione, portandoci con sé alla vita nuova; anche se in tutti ed in ognuno dei momenti della sua vita, Cristo vive i quattro atteggiamenti del suo sacerdozio. (12-1-67)
585. La morte di Gesù è stato il supremo inno di adorazione della creatura che, davanti al Creatore, risponde in manifestazione cruenta di riparazione dicendo al Dio tre volte Santo: Tu solo sei Colui che ti sei, ed io sono solo da Te, in quanto uomo. E nel caricarmi dei peccati di tutti, muoio in riconoscimento della tua eccellenza, e risuscito in manifestazione del fatto che Io sono questa medesima eccellenza da me stesso riparata. (16-10-74)
586. Il Verbo Incarnato, durante la sua vita mortale, era il Cristo penante che viveva di eternità; e adesso è il Cristo glorioso ed eterno che pure contiene nella sua anima la tragedia di tutti i tempi. E, perciò, nella pienezza del suo Sacerdozio, è il Cristo Grande che racchiude in sé il Cielo e la terra, l’eternità e il tempo, la Divinità e l’umanità; essendosi Egli in se stesso il Glorificato e il Glorificatore, l’Adorato e l’Adorazione, la Riparazione e il Riparato. (4-4-75)
587. Gesù, nel cielo, è l’Adorazione incruenta che, in ridonazione d’amore, risponde all’Amore infinito oltraggiato dalle sue creature. (16-10-74)
588. Gesù, per il suo sacerdozio, è l’Adorazione del Padre, che si prolunga e si prolungherà per tutta l’eternità. Noi che partecipiamo in qualche modo al suo sacerdozio dovremmo essere partecipi di questo suo atteggiamento della sua adorazione… Ma in che modo così terribilmente incosciente ne siamo! Ma… che gaudio che il Sommo ed Eterno Sacerdote sia più grande di tutti gli uomini insieme, e risponda infinitamente a Dio, in adorazione di risposta amorosa, per sé e per tutti noi! (15-10-74)
589. La vita divina è comunicazione intratrinitaria, per cui Dio, quando si dà verso fuori, aspetta, per esigenza della sua stessa perfezione, ridonazione perfetta; e questo è il gran mistero del Cristo Totale che, nel suo Capo, come Dio, dà risposta infinita a se stesso unito al suo Corpo Mistico. (10-1-64)
590. Nel Sacrificio dell’altare, ci si dà tutto il compendio compatto del mistero dell’Uomo-Dio nella sua vita, morte e risurrezione; si fa vivere anche a noi questo Sacrificio insieme a Gesù, per Lui ed in Lui a gloria del Padre e per il bene di tutti gli uomini, perpetuandosi per noi nell’Eucaristia la presenza reale di Cristo con tutto ciò che Egli è, vive e manifesta. (15-9-74)
591. Soltanto nella luce dello Spirito Santo, si scopre il vero mistero del Dio-Uomo nella trascendente pienezza del suo sacerdozio; per questo, colui che perde il contatto con Dio, nelle tenebre della sua sapienza umana, soltanto scopre in Cristo la sua umanità e, rapportandolo a se stesso, lo sfigura. (18-4-69)
592. Dio si è fatto una natura umana per incarnarsi, ed è stata tanto perfetta per volontà dello stesso Dio, che non ha avuto né ha potuto avere altra persona che quella divina. (23-9-63)
593. La natura umana di Gesù non ha avuto bisogno di persona umana per essere perfetta, perché è stata creata per unirsi alla persona divina nel Verbo. (23-9-63)
594. Se la natura umana di Gesù avesse dovuto avere persona umana per essere perfetta, non si sarebbe potuto incarnare il Verbo in essa. (23-9-63)
595. Dio si effonde tanto sovrabbondantemente sull’umanità di Cristo in unzione sacra, che tutta questa umanità, aderendo alla Divinità, può dire per la sua persona divina: «Io sono Colui che Sono». (15-10-74)
596. Quando guardo il Verbo Incarnato come Dio, vedo in Lui tutta la perfezione infinita della Divinità; e quando lo guardo come uomo, lo vedo ricapitolazione perfetta di tutta l’umanità. (15-10-74)
597. La perfezione di Cristo è tanto ricca, che è capace di abbracciare, non soltanto perché è Dio nella sua natura divina, ma perché è uomo nella perfezione e per la perfezione della sua natura umana, tutta la creazione con tutte le sue creature, i suoi tempi e le sue circostanze, essendo Egli, misteriosamente, il compendio compatto di tutta la creazione. (15-10-74)
598. Gesù possiede la penetrazione completa e onnicomprensiva di tutte le cose nella loro profondità, ampiezza e lunghezza, per essere più grande e perfetto di tutte le cose nella sua natura umana. (26-10-74)
599. Gesù è la sapienza eterna del Padre in Espressione canora; è la Luce dello Splendore eterno; è il tutto infinito di Dio in scansione amorosa di conversazione divina ed umana; per cui, quando sto con Lui, sto davanti alla compatta onnicomprensione che racchiude in sé quanto è Colui che si È e quanto è tutta la creazione. (14-9-74)
600. La mia anima è impregnata di luce semplice e profonda sul mistero del Verbo Incarnato, possessore, dominatore e contenitore del tempo e della distanza, per vivere con tutti e ciascuno dei suoi figli in tutti i secoli, e per fare in modo che l’anima-Chiesa, illuminata dalla fede e dalla carità dello Spirito Santo, lo viva realmente, anche se misteriosamente, in ogni momento della sua vita. (24-10-74)
601. Per la perfezione dell’anima di Cristo non esiste il tempo in quanto il suo mistero si realizza a favore di tutti gli uomini di tutti i tempi. (15-10-74)
602. È lo stesso dire che Gesù visse trentatré anni e li estese a tutti i tempi, o dire che visse tutti i tempi e li ridusse visibilmente a trentatré anni. Questi trentatré anni sono stati la manifestazione, davanti agli uomini, della realtà onnicomprensiva di tutta la creazione e di tutti secoli che Egli era. (15-10-74)
603. La vita di Gesù è tanto grande in immensità, onnicomprensione, lunghezza e larghezza, che oltrepassa il tempo e la distanza. E, essendo il Cristo Grande, vive in tutti e per tutti i tempi; per cui, in qualsiasi tempo, lo si può vivere nella donazione comunicativa del suo mistero. (24-10-74)
604. Cristo, durante i suoi trentatré anni, visse realmente la mia vita, caricandosi dei peccati che io avrei commesso venti secoli più tardi, e presentandosi con essi davanti al Padre come realtà presente. Anch’io, quando innestata in Lui, mi presento davanti al Padre, non mi presento con un Cristo di ricordo, ma con il Cristo vivente che nel seno della Chiesa mi fa vivere con Lui, nel mio tempo, tutta la sua realtà. Cristo visse con me ed io vivo con Lui. (15-9-74)
605. Per la perfezione del suo essere, il Sommo ed Eterno Sacerdote fu capace di contenere tutti gli uomini nell’immensità della sua onnicomprensione, ed è capace di vivere, attraverso la Chiesa e per mezzo della Liturgia, con e per tutti gli uomini. Perciò è possibile che tutti gli uomini, nel loro tempo, vivano del suo mistero. (15-10-74)
606. Gesù mi unisce a Sé per il mistero dell’Incarnazione, nel suo tempo, e si unisce a me, nel mio, attraverso il Battesimo; nel rimanere innestata in Lui, divengo membro del suo Corpo, del quale Egli è Capo, scomparendo così gli impedimenti del tempo per vivere la realtà del Sommo ed Eterno Sacerdote nella pienezza di quanto è, vive e manifesta. (15-9-74)
607. Quando mi unisco al Verbo Incarnato, per il mio inserimento in Lui, mi unisco anche al Padre ed allo Spirito Santo, passando a vivere la loro stessa vita, per partecipazione, ed essendo essi UNO in me –non uno con me–; in questo stesso inserimento mi unisco con gli uomini di tutti i tempi ed essi con me, essendo tutti uno in Cristo, e, per mezzo di Lui, fra di noi, vivendo tutti uniti con e nella Famiglia Divina. (13-7-66)
608. Il tempo e la distanza sono come un mostro gigantesco che tenta di frapporsi tra Cristo e noi per separarci. Ma, come potrà essere questo se il nostro spirito vive perché è membro di Cristo ed è vitalmente unito a Lui? (15-10-74)
609. Il giorno in cui il Verbo Incarnato mi innestò in sé, tolse misteriosamente fra Lui e me la distanza ed il tempo. Egli incominciò ad essere il mio Capo ed io membro del suo Corpo. (15-10-74)
610. Io me ne rido del fantasma del tempo, che appare come separatore del mistero di Cristo con noi. (24-10-74)
611. La mia vita di fede, speranza e carità, mi toglie la dimensione del tempo, questo è più piccoletto di me, tanto che per la mia anima-Chiesa non esistono le sue distanze e le sue frontiere. (24-10-74)
612. La vita di fede, speranza e carità è più grande ed estensiva della distanza e del tempo. E non è che Gesù venga nel mio tempo o io nel suo, no; il fatto è che, per il mistero della Chiesa, Egli abbraccia tutti i tempi, per cui Gesù è con me ed io sono con Lui realmente, benché sotto il mistero. (26-10-74)
613. Il Verbo Incarnato è più antico, più duraturo e più ampio di tutti i tempi, ed io sono innestata in Lui direttamente, come membro del suo stesso corpo; pertanto, vivendo della sua realtà così come è, e saziandomi delle sorgenti che sgorgano dal suo petto benedetto, trascendo i tempi e m’immergo nell’eternità. (15-10-74)
614. Poiché Cristo è la contenzione di tutti i tempi e la onnicomprensione della creazione, Egli è la frontiera con l’eternità e la stessa eternità senza frontiere, per il fatto di essere Dio e uomo. (29-10-70)
615. La più perfetta immagine, come creatura, della perfezione infinita, è Gesù in quanto vive ed opera; e perciò è capace di contenere in sé tutto il piano di Dio terminato e compiuto. (25-10-74)
616. Il Verbo è venuto a comunicarci il grande messaggio divino, e questo messaggio ce l’ha detto nell’Incarnazione, a Betlemme, a Nazareth…, nella sua predicazione e nella crocifissione; e continua a comunicarcelo nella Chiesa durante tutti i tempi, per mezzo della Liturgia, ed anche nell’intimità dell’anima e nella preghiera, presso l’Eucaristia, dove in idillio di amore silenzioso Colui che È ci dice il suo amore infinito come Parola eterna del Padre. (1-2-64)
617. Emmanuele…!, gridavano nell’Antico Testamento i profeti. Emmanuele…!, gridava Maria nella sua orazione amorosa di solo Dio. Emmanuele…!, grida la Chiesa, vestita a lutto per i suoi figli prodighi. «Dio con noi», gridiamo noi anime che cerchiamo l’Amore. (6-12-59)
618. Nel silenzio del mistero infinito si aprì il velo del Sancta Sanctorum; e, in pronuncia sapienziale di amorosa Sapienza, il Padre disse la sua Parola nel seno di Nostra Signora, per il sussurro amoroso dello Spirito Santo; il quale la baciò così fecondamente, da farla erompere in Maternità divina. E da questo istante la Vergine già è Madre, e Madre di Dio; e Dio è ormai Figlio della Vergine Madre, affinché Ella, in manifestazione del volere divino, ce lo consegnasse nella notte sacra di Betlemme, piena di amore e di tenerezza. (Natale 1974)
619. Nel silenzio della notte e dell’incomprensione si disse l’Amore. (4-12-64)
620. Mistero d’inedita tenerezza in sacro segreto di profonda adorazione: la Vergine erompe in Madre negli albori della notte, per l’Alito infinito… Idillio trascendente di silenzio: il Sole delle alture si è incarnato, coprendo con un Manto immacolato la sua luce scintillante… Aspettazione adorante di Maria: Dio fatto Bambino solo per amore…! (Natale 1973)
621. Nella notte fredda di Betlemme, coperta e circondata, come oggi, dalla nube della confusione, diede alla luce Nostra Signora dei Soli dello Spirito Santo, donando agli uomini la Luce infinita che, fluendo dal seno del Padre in Parola sapienziale, ci disse in chiarezze rifulgenti di santità il Segreto dell’Amore. Mistero di Vita che gli uomini non ricevono, perché «si scavarono cisterne e cisterne screpolate», rifiutando la «Sorgente» eterna delle infinite perfezioni. (Natale 1976)
622. Quando il mondo era nelle tenebre ed il silenzio avvolgeva la terra, fu la Luce… (4-12-64)
623. Il seno di Maria si apre; gli angeli adorano gaudiosi, gli uomini non sanno; Giuseppe, attonito e tremante, adora… Dio nasce…! (8-12-59)
624. Perché adori, Maria…? Perché tremi, Giuseppe…? Perché cantano gli angeli…? «Emmanuele»! (8-12-59)
625. Che «freddo» faceva a Betlemme la notte nella quale nacque Gesù…! Ma, che «calore» sentiva il Bambino Dio tra le braccia accoglienti di sua Madre…! Il cuore di Maria a Gesù sapeva di Divinità. (19-12-74)
626. Nella grotta, Maria, Giuseppe, gli angeli, i pastori, in silenzio, attoniti, adorano Dio fatto uomo; nella città, impazziti nei rumori, gli uomini corrono verso la perdizione; non sanno di Dio!, non sanno di Vita!, non sanno di Amore…! (27-12-59)
627. Non c’era posto per loro nell’albergo… Non c’era albergo nel nostro cuore per Gesù… E per questo, a contatto con la fredda rugiada della notte, Gesù tremò nell’insipida solitudine di una stalla, cercando fra gli uomini chi lo consolasse, e non lo trovò. (22-4-75)
628. Nella notte di Betlemme, la Vergine Maria depose Gesù nella mangiatoia, perché Dio «venne ai suoi e questi non lo hanno accolto»… Mistero dell’amore infinito di Dio per l’uomo e del disamore dell’uomo per Dio! (11-12-73)
629. Il Verbo del Padre, spinto dallo Spirito Santo, in una mangiatoia ci canta il suo amore. Silenzio, adorazione, ché in una mangiatoia Dio piange! (4-12-64)
630. Nel mistero trascendente di Betlemme, Dio fatto Bambino si dà a noi con semplici sembianze in Cantico infinito di amore eterno e ci chiede recezione sincera in apertura incondizionata alla sua permanenza tra noi. (11-12-73)
631. Come si sta bene nella grotta di Betlemme con Maria, aspettando che la sua maternità mi dia la Vita…! Come si sta bene nella grotta aspettando che la Luce brilli nelle tenebre e riempia le nostre anime…! (24-12-63)
632. Fatti piccolo, stendi le tue braccia e, levate in alto, esercita il tuo sacerdozio, pregando fra il vestibolo e l’altare, per comunicare alle anime la missione che il Bambino Gesù vuole dirti ai piedi della mangiatoia. (6-1-64)
633. Gesù, voglio riceverti con tutta la tenerezza e l’affetto del mio cuore, in risposta amorosa, affinché Tu riposi e sorrida nella notte carica di mistero di Betlemme; con l’unico desiderio di farti trovare sulla terra del disamore consolazione al tuo tenero petto addolorato. (19-12-74)
634. Per sapere il segreto di Cristo, bisogna entrare dentro di Lui e lì apprenderlo. (31-1-67)
635. Ascolta il Signore ed impara così a vivere di Lui, essendo riposo per la sua anima, riarsa dal dolore dell’incomprensione. (1-2-64)
636. Il Verbo Incarnato viveva in ogni momento della sua vita in una immolazione offerta in amore e dolore. (11-11-59)
637. Quanto è terribile la contenzione del mistero della redenzione, che faceva vivere Gesù, in un medesimo istante, con Dio in una dimensione incomprensibile, e con tutti gli uomini in una consegna d’amore, in necessità di risposta, e in negativa d’ingratitudine da parte loro! (22-9-74)
638. Nella mia piccolezza, provo qualcosa dell’amarezza che avrà provato Gesù nella «ora del potere delle tenebre»… Quale terribile e desolante mistero quello della sua anima! Soltanto per il potere di Dio, che lo sosteneva in ogni istante, poté vivere trentatré anni senza morire d’amore e di dolore in ciascuno dei momenti della sua vita! (11-12-74)
639. Gesù, che dolore c’è nella tua anima! Ciascuno di noi è una ferita nella dimensione della capacità del tuo amore. Come ho compreso oggi quello che comportò ciascuno dei momenti della tua vita! Che grandezza!, che nostalgia di coloro che amavi!, che solitudine di tutti loro! (19-9-74)
640. È possibile che Tu abbia passato questo momento di tanto dolore per me, e lo abbia sofferto con me, comprendendomi totalmente…? Grazie, Gesù! (21-10-59)
641. Lunghi sono i giorni dell’esilio, duri per l’anima innamorata che è costretta a vedere oltraggiato l’Amore infinito da coloro che, soltanto per amore e perché lo amassero creò, redense e destinò ad entrare con Lui nel gaudio infinito del suo eterno convito; essi però, nella pazzia della loro terribile stoltezza, una e mille volte gli dicono di no. (9-4-75)
642. Cercando l’Amato, mi incontrai con Lui e gli dissi: Amore, perché soffri? —Per mancanza d’amore al mio amore. (16-3-63)
643. Cosa hai, Cantore della mia Trinità una…? —Dolore per essermi la Canzone non ricevuta! (11-11-59)
644. Cosa hai, Amore…? —Che mi ha ferito il disamore per essere sconosciuto! (11-11-59)
645. Cosa hai, mio Dio…? —Dolore d’amore nel vedermi disprezzato dai miei! (11-11-59)
646. Com’è triste Gesù il Giovedì e il Venerdì Santo, perché non siamo entrati nella profondità fonda della sua amara solitudine! (26-3-64)
647. Oggi tutti parlano degli emarginati… Ma chi si ricorda dell’Amore eterno, emarginato, sconosciuto, dimenticato e perfino disprezzato ed oltraggiato? Non c’è posto per pensare a Lui! L’uomo insensato dimenticò l’Amore e lo emarginò. (25-5-78)
648. Vorrei cantare l’Amore degli amori. Io lo conosco e per questo lo amo. Se gli uomini lo conoscessero, irresistibilmente si lancerebbero ad amarlo! Poiché Lui, e soltanto Lui, è l’unico bene capace di colmare tutte le esigenze del cuore, creato per immergersi nel possesso di Colui che tutto è nella perfezione divina del suo Essere. (25-5-78)
649. Gesù è il più amato tra i figli degli uomini, per essere il più amante; ed il più beneamato, per essere il più buon Amatore. (20-7-77)
650. Lo sguardo di Gesù è segreto di eterno mistero che invita al silenzio, dove Egli si dice a noi in amore. (17-7-75)
651. Sono tanto dolci i tuoi occhi sereni, tanto penetrante il palpitare del tuo petto, tanto immenso il potere del tuo passo…! (17-7-75)
652. Voglio guardarti come Tu mi guardi. Com’è dolce amare l’Amore in risposta d’amore al suo dono! (30-9-75)
653. Com’è buono appoggiare il capo sul petto di Cristo e, riposando in Lui, dargli così riposo! (1-2-64)
654. Riposa soltanto nell’Amore e così gli darai riposo. Cercagli riposo nella tua anima e anime che lo facciano riposare. (26-3-64)
655. Il Signore vuole che tu lo ascolti per dirti e darti il suo segreto d’amore infinito e, come conseguenza di ciò, aprire in te sete d’anime. (1-2-64)
656. Signore, coloro che ti consolano in mezzo alla tua desolazione sono quelli che cercano soltanto di consolarti persino a prezzo della loro crocifissione. (28-11-59)
657. Come sono fedeli le anime quando le consoli…! E queste stesse, come sono infedeli quando, nella prova, chiedi loro consolazione! (28-11-59)
658. Poiché chiedo amore puro d’immolazione ed oblio di se stessi, mi vidi solo, e «cercai chi mi consolasse e non lo trovai». (28-11-59)
659. So bene, Gesù mio, che il luogo dove si riposa per dormire, è la propria casa; perciò, dormi in me, benché io non sperimenti nella mia vita altro che il respirare del tuo sonno, sapendo così di esserti riposo nel tuo duro camminare. (20-3-62)
660. Signore, sei stanco?, non hai dove dormire?, tutti ti chiedono feste…? Vieni, Amato, dormi, ché io, vegliando il tuo sonno, non ti sveglierò, essendo nel tuo duro camminare un letto dove riposi e dove trovi il tuo riposo. (20-3-62)
661. Colui che ama sa attendere che Gesù riposi addormentato nella sua anima; ma chi non sa di amore, al primo sonno dello Sposo, fugge a cercare altri amori che non dormano. (20-3-62)
662. Dorme Gesù nella tua anima? Sei sposa di fiducia quando Egli ha posto in te il suo riposo. (20-3-62)
663. Signore, ti do questo, e quest’altro, e tutto quello che mi chiederai; ma, dimmi che ti faccio riposare! (26-3-64)
664. Gesù, se non sono consolazione per la tua anima addolorata, muoio d’amore doloroso. (11-11-59)
665. Com’è duro vedere Cristo tanto solo e sconosciuto, tanto amore e tanto disamato…! Gesù, non vogliamo che Tu sia tanto ferito dal disamore, e perciò, con lo Spirito Santo e con Nostra Signora, ti amiamo. (21-1-75)
666. Gesù mio, vogliamo amarti con la tenerezza di Nostra Signora di Betlemme, con la protezione del Padre e il fuoco dello Spirito Santo. (22-12-74)
Tratto dal libro “FRUTTI DI PREGHIERA. Retagli da un diario.”
Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia
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