Scritto di

MADRE TRINIDAD DE LA SANTA MADRE IGLESIA,

del 9 dicembre 1962, intitolato:

AVVENTO DI MARIA

Avvento di Maria…! La Signora sente fremere nelle sue viscere il Figlio della sua verginea ma­ternità. È lo stesso Verbo della Vita a cui Lei sta dando la sua carne e il suo sangue, mediante i quali si sta formando quel corpo perfettissimo dell’Unigenito del Padre, Incarnato.

La Vergine, per opera dello Spirito Santo, si sente Madre e sa di essere Vergine…!

O Avvento di Maria…! La Bambina, resa per trasformazione una sola cosa con l’Altissimo, lo sente nelle sue viscere…, lo percepisce profon­do nel suo seno… e sperimenta che si avvicina il momento di dare alla luce la Luce Incarnata.

Tutta Ella, fremendo per l’amore eterno dello Spirito Santo, vive verso dentro in una intimità ininterrotta di amore, di adorazione.

C’è una grande identità tra suo Figlio e la Ver­gine. Il cuore di Gesù è carne del cuore di Maria. E Gesù vive del vivere di sua Madre, respira per il suo respirare, ricevendo la sua vita umana dalla vita che a Lei aveva dato quando la creò per sé.

La Signora, addentrata verso dentro, aspet­ta… Tutta Ella è un grido di: “Vieni, Gesù!”. Vieni dal mio seno alle mie braccia; vieni!, ché tutta Io, esercitando il mio sacerdozio, ho bisogno di te­nerti nelle mie mani per offrirti al Padre, vivendo il mio Per Ipsum, et cum Ipso, et in Ipso per la sua gloria.

La Signora vive in intimità con il Verbo del Padre ed il suo Verbo. I suoi amori sono occulta­ti da un grande mistero. Ella si sente felice con il suo Dio e con suo Figlio nel suo seno, in silenzio saporoso di gioia incomprensibile; vive per Lui ed Egli per Lei. Ci può essere maggiore felicità per l’anima della Vergine che è Madre, e della Madre che, perché Vergine, sa di essere fecon­data dalla stessa Vita?

O fecondità di Maria…! Mistero incomprensi­bile di maternità quello della Signora, mistero che si perde nel silenzio, e che Ella ben conosce, assapora e vive.

Avvento di Maria…! La Signora sa che la na­scita di Gesù si avvicina. E, benché la sua vita verso dentro la faccia vivere in una grande inti­mità di amore e di comunicazione con il Verbo Incarnato, sperimenta una grande necessità di darlo alla luce affinché “la Luce brilli nelle tenebre”.

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Maria è stata creata per essere Madre di Dio, essendo esente dal peccato originale ed avendo in sé la pienezza della grazia e di tutti i doni del­lo Spirito Santo che in quanto Madre di Dio le corrispondevano, per la redenzione anticipata del suo stesso Figlio al quale Ella stessa avrebbe dato la vita umana.

Maria, dal principio della sua vita sino alla fi­ne, possedeva tutti i doni e i carismi, tutta la scienza che tutti i santi insieme abbiano mai po­tuto avere. Ella, per la luce dello Spirito Santo, ebbe sempre una conoscenza intima della gran­dezza della sua anima, sapendo di essere esente da peccato e piena di ogni grazia; per cui, pene­trando nella verità le grandi meraviglie che l’A­more ha operato in Lei, intona quel Magnificat nel quale ci manifesta come tutta la sua “anima magnifica il Signore”.

Non è soltanto che la Vergine proruppe in lo­di all’Infinito quando cantò il suo Magnificat di rendimento di grazie, ma che questo cantico fu pure la manifestazione esterna di ciò che Ella, il­luminata dai doni dello Spirito Santo, penetrava della sua anima rispetto al piano di Dio nei suoi confronti, e di ciò che era il suo spirito davanti all’adorabile Trinità. E così vede che tutta la sua anima è una lode alla gloria della Santità eterna. La sua “anima magnifica il Signore” perché tutta Lei è una manifestazione canora, gioiosa, beata e santa di quella verginità eterna dell’Intoccabile, che, davanti alle grandezze che ha fatto nell’anima della Signora, è magnificato e glorifi­cato in Lei e per Lei.

La Vergine è tutta un giubilo per l’Amore eterno. Per questo, tutto il suo essere, al sapersi glorificatrice di Dio, è “trasportato dal gaudio in Dio suo Salvatore”, partecipando di quella beati­tudine eterna che fa assaporare all’anima, che vive fuori di sé, i beni promessi a coloro che davvero sono gloria di Dio.

“Lo spirito” della Signora “palpita di gaudio in Dio suo Salvatore”, giacché, ponendo Questi i suoi occhi “nella piccolezza della sua serva”, farà che tutte le generazioni la proclameranno beata perché il Signore, l’Onnipotente, ha fatto in Lei grandi cose.

Il Magnificat di Maria è tutto una lode dell’In­finito. La Vergine, rivolta completamente verso il Creatore, canta le eccellenze dell’Eterno, into­nando le grandi meraviglie che la Sapienza Infi­nita ha operato in Lei, mettendo in evidenza che fu tutto “perché guardò la piccolezza della sua serva”.

Maria penetra in queste “grandi cose” che l’Infinito ha operato in Lei e vede che l’Onnipo­tenza divina, effondendosi sul suo essere, l’ha innalzata tanto, tanto, tanto!, che l’ha resa capace di essere Madre dello stesso Dio.

Maria…! La mente umana si perde davanti alla considerazione del tuo mistero, giacché non c’è grazia che si possa paragonare alla tua maternità, né creatura che possa raggiungere la gran­dezza incomprensibile che l’Amore Infinito operò in te.

Tutta la mia anima ti proclama felice, o beata Vergine Maria. Tutto il mio essere “palpita di gaudio in Dio mio Salvatore”, “poiché grandi co­se ha fatto in te Colui che è Onnipotente”. Sen­tendomi figlia piccolina che ti ama con tutto il suo essere, il mio spirito si gloria nel vederti così innalzata, così Madre, così Vergine, così Signo­ra…, tanto, tanto, tanto!, che sei l’ammirazione di tutti i beati, poiché Tu e solo Tu sei stata capace di albergare nel tuo seno Colui, davanti al quale, la corte celeste, annientata, adora in un “Santo!” eterno di trascendenza infinita.

Maria penetrava nella sua anima, sapeva le compiacenze di Dio su di sé per cui, piena di gaudio, era un Magnificat perenne alla Santità infinita e all’Amore eterno.

Oh…! La Signora era estranea a tutti e a tutto. Che sarà stato per Lei -che, illuminata dai doni dello Spirito Santo penetrava le anime, ciascuna nella sua verità-, il quadro del genere umano, del quale Ella si sentiva Madre in diritto di proprietà, giacché era stata creata per corredimerlo median­te la redenzione del suo stesso Figlio? Che neces­sità quella della sua anima di dare a tutti i suoi figli il Figlio divino che portava nel suo seno…!

La Signora conosceva le Sacre Scritture e, pe­netrando il loro significato, aspettava ansiosa e innamorata Colui che era la Gloria di Israele e il Salvatore del suo popolo. Ella sapeva che l’Emmanuele doveva nascere da una vergine, ed Ella sapeva di essere quella Vergine e si sentiva Ma­dre. Per questo, che mistero è l’avvento di Maria!

Sappiamo che, ai santi, quando arrivano all’unione con Dio, l’Amore scopre i segreti re­conditi del mistero divino. Il mistero della Trinità diviene loro familiare, essi penetrano nell’Incar­nazione, tutte le cose sono loro rivelate nella lo­ro verità, per cui vedono, a volte, il recondito delle anime. Molti di essi sono animati dallo spi­rito di profezia, dal discernimento degli spiriti ed altre grazie innumerevoli che lo Spirito infinito va concedendo alle sue anime fedeli. E tutti, nel­le alte vette della perfezione, bruciano in amore a Dio e agli uomini, essendo il centro della loro vita glorificare Dio e darlo agli altri.

Tutti questi doni in pienezza, ed altri innu­merevoli che a nessuna creatura furono concessi, Maria li ha in grado quasi infinito. Per questo conviene che contempliamo la Signora come una creazione a parte, fatta per essere Madre di Dio, corredentrice con Cristo e Madre di tutta la Chie­sa, poiché Ella, non solo è Madre del Capo della Chiesa, ma del Cristo Totale, Capo e membra.

Non conosciamo Maria…! Per questo, ce la immaginiamo nella sua vita camminare di sor­presa in sorpresa davanti alle realtà divine che in Lei si operavano. Io mi conformo, in tutto, a ciò che dica la mia Santa Madre Chiesa, poiché sono più Chiesa che anima; ma, siccome sono piccola ed ho bisogno di cantare le glorie di mia Madre, voglio intonare oggi questo cantico alla mia Vergine Immacolata poiché me lo esige l’amore di figlia piccolina che ho per Lei.

Avvento di Maria…! Madre, sei così bella, così Madre, così corredentrice, così Gesù, che il tuo vivere era il palpitare dell’anima del tuo Figlio. Maria, sei la più alta dimora dell’Altissimo.

La Vergine sa di essere la speranza del suo popolo, mediante la quale la Luce verrà alle tenebre per brillare nella notte.

Maria ama Gesù con tutto il suo essere, con tutta la sua anima e con tutte le sue forze.

Maria dimora in Dio e Dio dimora in Maria così meravigliosamente, che non solo è tempio vivo e dimora dell’Altissimo in quel mondo mac­chiato dal peccato, non solo è Lei l’unica aurora in quei tempi di confusione e di tenebre, essen­do la sua anima tempio del Dio infinito e dimora della Trinità, ma Dio dimora in Lei, nel suo seno, essendo questo mistero così terribile, che la carne di Dio è la sua carne e la sua carne è carne per Dio.

O Madre, Maria, Signora…! Che gioia così grande! Tu sei stata creata dalla Trinità per essere Madre del Dio Altissimo, del Dio Incarnato, vivendo del suo vivere, e per captare i battiti intimi della sua anima nella tua anima. Di te sì che si può dire che non hai altri movimenti che quelli dell’anima del tuo Cristo.

Quali desideri come infiniti ti avranno mosso verso dentro, per startene in intimità con il Ver­bo Incarnato nel tuo seno…! Come avrà fremuto tutto il tuo essere davanti allo sfiorare sensibile del Figlio che nel tuo seno dimorava…! Il suo palpitare come ti avrà fatto saltare di giubilo da­vanti alla Luce che Tu racchiudevi nel tuo seno per comunicarla, un giorno prossimo, a tutte le anime come Madre della Chiesa…!

Tu anelavi pure ciascuna delle anime con tutte le tue forze. Che sarà stato per te, che sape­vi la grandezza di ciascuna e il destino per il quale sono state create, il vederle in peccato!; e questa vista ti faceva vivere sempre come in un grido di: «‘Vieni, Gesù!’ dal mio seno alle mie mani, per la salvezza di tutti e di ciascuno degli uomini».

Tutta la tua anima, che viveva dell’amore pu­ro, che non sapeva di egoismi, che era creata per darci Dio, ardeva in necessità terribile che il tuo Figlio “saltasse” dal tuo seno alle tue mani per consegnarlo in donazione di amore a tutti noi, come dimostrazione suprema di maternità.

Avvento di Maria…! Madre…! Tu avevi il Verbo della Vita nel tuo seno per te, perché tu amassi Lui e perché Egli amasse te. Tu vivevi felice in quella intimità e in quella comunicazione con il Verbo infinito nelle tue viscere. Ma, partecipando della volontà divina, dimentica di te, ardevi in ansie terribili che quel Verbo, che era “saltato” dal seno del Padre al tuo seno, “saltasse” dal tuo seno agli uomini per consegnarcelo come Ostia che, offerta da te al Padre, fosse la nostra salvezza e santificazione.

L’Avvento di Maria era una necessità insaziabile di darci l’Infinito. La Vergine era una manifestazione di Dio desiderando ardentemente di mostrare al mondo quel Figlio occulto nel suo seno.

Maria non viveva il suo segreto solo per Sé; non viveva la sua gioia godendola per sé. Ella godeva, sì, del suo Figlio nel suo seno; lo teneva, lo adorava, lo amava, ma aveva bisogno arden­temente di mostrarlo davanti a tutti i popoli!, poiché sapeva di essere Lei il mezzo del quale Dio si era avvalso per darcelo.

E, pertanto, conoscitrice della volontà divi­na, felicissima e beatissima di dimorare nel seno di Dio e che Dio dimorasse nel suo seno, ardeva in urgenze indicibili per darci il suo Verbo. Aveva bisogno che il suo Verbo fosse nostro! Ed Ella, come buona Madre, chiedeva: «Vieni, Gesù!; vieni dal mio seno alle mie mani, per darti come cibo e bevanda a tutte le anime; vieni Tu, Gloria di Israele, promessa e speranza del mio popolo, ad illuminare tutti gli uomini con ‘la conoscenza di Jahvè’ riempiendoli di te ‘come le acque riem­piono il mare’!»

Avvento di Maria…! La Signora aspetta, con speranza sicura come la morte, il giorno in cui il suo seno ci darà il Verbo della Vita, ed allora, co­me Sacerdote, possa, tra il cielo e la terra, dare a Dio ogni onore e gloria e dare agli uomini Dio.

Maria! Maria…!, come vorrei esprimere ciò che la mia anima sente di te…! Tutto il mio esse­re sperimenta voglia di piangere, perché non può dire la tua canzone, perché non può cantare la tua grandezza, perché l’immensa maggioran­za delle anime non ti conosce né ti ama davvero. Si cantano i tuoi amori, le tue grandezze, ma, si penetra caldamente e intimamente in questo mistero della tua anima santissima…?

O avvento di Maria…!, nel quale, pur avendo la Signora il Verbo della Vita Incarnato nel suo seno, essendo per Lei “sacchetto di mirra”, ave­va bisogno, per esigenza di amore puro e uni­versale, di lasciare quegli amori nell’intimità del suo seno e, dimentica di sé, di darcelo dal suo seno per la nostra salvezza. Vivere di Maria sconosciuto…!

Gesù ardeva in ansie infinite di darsi a noi: “C’è un battesimo che devo ricevere; e come è oppresso il mio cuore finché non sarà compiu­to”. E Maria, vivendo del vivere di Cristo e parte­cipando dei suoi stessi sentimenti, come Corre­dentrice del genere umano, ansiosa di dare a Dio il massimo, gridava pure in uno strazio generoso di amore e di donazione totale: “Figlio mio, con un battesimo di sangue devi essere battezzato, e come sono oppressa finché non lo vedrò com­piuto…!” Il tuo vivere è il mio vivere, i tuoi senti­menti i miei, in modo tale che Io pure sono op­pressa, nella necessità terribile di vederti appeso tra il cielo e la terra in una crocifissione ignominiosa, perché si operi il grande mistero della Re­denzione, perché Tu sia offerto al Padre come Vittima di espiazione e di glorificazione massima alla sua Santità infinita. Figlio, tutta la mia anima, straziata e fatta a pezzi dal dolore, accesa di amo­re a te, ti abbraccia, ti adora, ti si consegna per il tuo riposo, ti offre calore di focolare.

Anima cara, vivi del vivere di Maria, cerca in questo Avvento di entrare dentro di te per vivere del mistero di Dio nella tua anima.

Figlio mio, verso dentro! Ma non per rimane­re in te, no!; tu devi vivere verso dentro per ren­derti conforme a questo mistero che si opera nella tua anima, affinché avvenga in te come una incarnazione del Verbo e il tuo avvento sia, come quello di Maria, necessità ardente di dare Dio alle anime.

Magari a Natale tu abbia vissuto così profon­damente questo Avvento, da poter fare “saltare” lo stesso Dio dalla tua anima agli uomini

Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia

Tema tratto dall’opuscolo nº5 della Collana: “Luce nella notte. Il mistero della fede dato in sapienza amorosa”.

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